
Di Mattia Lasio
L’importanza della verità, l’importanza di battersi per essa, l’importanza del suo valore e di ciò che costei comporta. Questi sono i punti principali su cui è incentrato il film diretto da Destin Daniel Cretton intitolato Il diritto di opporsi, un film dai grandi contenuti e dalla grande valenza, tratto da una storia vera, tratto da vicende realmente accadute e più vicine di quanto si possa pensare.
Accompagnato da un’ottima accoglienza di critica, Il diritto di opporsi, uscito nella sale italiane in data 30 gennaio 2020 e distribuito dalla casa di produzione Warner Bros, narra le vicende di Walter McMillian – interpretato impeccabilmente da Jamie Fox – condannato ingiustamente alla pena capitale per un reato da lui non commesso, dietro al quale altro non c’era se non un pretesto xenofobo e razzista. Il taglialegna di Monroeville McMillian – accusato nel 1987 dell’omicidio della diciottenne Ronda Morrison – trascorse dal principio 15 mesi nel braccio della morte – speciale sezione di alcuni penitenziari di massima sicurezza in cui vengono reclusi i detenuti condannati alla pena di morte e in attesa di esecuzione – rischiando di rimanere vittima del judge override ovvero la possibilità da parte di un giudice di sorpassare il verdetto della giuria. Fondamentale fu l’ausilio del giovane avvocato laureato presso Harvard Bryan Stevenson (interpretato da Michael Bakari Jordan), che fece appello contro la condanna per omicidio e che si recò in Alabama – stato più razzista degli States – per fornire una adeguata assistenza a coloro i quali non avevano una tale opportunità. Il giovane e combattivo avvocato Stevenson – fondatore insieme alla attivista Eva Ansley della associazione Equal Justice Initiative – grazie a una solida preparazione e a una incredibile perseveranza riuscì a superare ogni difficoltà, intimidazione e sgambetto presentatosi sul suo cammino, riuscendo a convincere a dire la verità al falso testimone Ralph Myers, interpretato magistralmente da Tim Blake Nelson, permettendo di conseguenza l’assoluzione di McMillian nel 1993, esattamente sei anni dopo essere stato incarcerato. Una assoluzione da tutte le accuse giunta quando la speranza era sempre più debole, giunta dopo sei anni infernali per McMillian e la sua famiglia, 6 anni fatti di ambiguità, tranelli e tentativi di insabbiare una verità troppo scomoda per i piani alti, una verità che si sarebbe preferito archiviare e far cadere nel classico dimenticatoio dei rimpianti, del non detto e del non fatto.
Verità, pregiudizio, ingiustizia e incapacità di accettare ciò non è meritato: questi sono gli elementi peculiari che caratterizzano Il diritto di opporsi, una delle migliori ultime uscite cinematografiche, non solamente per il contenuto di forte impatto trattato ma per il modo in cui esso è stato affrontato. Schietto, veritiero, estremamente reale e non sopra le righe. Emerge pienamente la fragilità dei detenuti e dell’avvocato difensore Stevenson, interpretato fieramente dal bravo Michael Bakari Jordan, capace di sfoggiare una recitazione pulita, chiara e forte di una espressività intensa e capace di tirare fuori la grande emotività dettata da un contesto estremamente complicato. La storia insegna e ricorda che tante sono state le figure che si sono battute per evitare ogni forma di discriminazione e sopraffazione nei confronti di chi infondatamente è stato etichettato come diverso: Nelson Mandela, Rosa Parks, Marthin Luther King giusto per citare gli esempi più celebri e conosciuti. La loro battaglia rappresenta ancora oggi un messaggio fondamentale, un messaggio che deve essere recepito e diffuso di bocca in bocca. Non esiste diversità, non esiste razza, non esiste supremazia, non esiste colore della pelle, non esiste giudizio e tantomeno pregiudizio quando si parla di una persona. Una persona costituita non solamente da carne bensì da un’anima, da sentimenti, da emozioni, da gioie e da dolori. La storia, fortunatamente a lieto fine, di Walter McMillian dimostra la nocività del pregiudizio, i suoi risvolti peggiori, il suo lato tremendo e letale, la sua forza distruttrice e quello a cui può condurre. La storia di Walter McMillian è la dimostrazione che, nonostante un contesto di partenza disperato, è possibile combattere strenuamente affinché l’ingiustizia non regni incontrastata. La storia di Walter McMillian è la dimostrazione che combattere per ideali nobili e sinceri non è solamente corretto e necessario ma, soprattutto, doveroso per essere veramente uomini e non scordarsi mai di ciò.