
Di Mattia Lasio
Ci sono momenti in cui è difficile trovare delle risposte. Ci sono situazioni e contesti talmente assurdi e paradossali che viene difficile credere che alcune cose si siano verificate. La cronaca è piena zeppa di casi agghiaccianti, di morti violente e truculente, così piena che alcuni neanche prestano più attenzione, o quasi, a ciò che leggono. Perché nella sfilza di assassini e delitti che si verificano giornalmente, sono presenti episodi su cui è doveroso spendere qualche parola in più del solito, affinché la fretta e il tempo non portino via ciò che, invece, dovrebbe rimanere ben situato nella memoria di ogni singolo individuo. Siamo nell’aprile del 2014, a Burntwood nello Staffordshire, Gran Bretagna. Luke Morgan ed Emma Cole – due giovani di una ventina d’anni – uccidono brutalmente il loro figlio, di appena due mesi. Il tutto dopo una violenta lite, in pieno stato d’ebbrezza, causata dal fatto che Luke Morgan ed Emma Cole non riuscissero più ad avere regolarmente rapporti sessuali data la presenza del bimbo che, cosa normalissima, piangeva. Sul corpicino del bimbo si è abbattuta una violenza inaudita: sono stati trovati morsi, ematomi ed è stata segnalata la presenza di tre costole rotte. I due giovani genitori, probabilmente ben consapevoli della gravità della situazione, sono stati i primi a lanciare l’allarme, ma i paramedici giunti sul luogo ben poco hanno potuto fare. Entrambi hanno negato di essere colpevoli, sostenendo di aver trovato il piccolo Tyler – questo era il nome del bambino – in quelle condizioni e parlando, poco dopo, di uno scatto d’ira. I loro vicini, d’altro canto, hanno riferito alle forze dell’ordine di una violenta lite avvenuta quello stesso giorno, tramutatasi poi in uno sfogo inumano e bestiale sul bambino di appena due mesi. A distanza di quasi sei anni, Luke Morgan ed Emma Cole, sono stati condannati per omicidio. Giustizia è stata fatta. Giustizia fatta tardi, giustizia che non ridarà la vita al piccolo Tyler e che non toglierà mai il senso di profonda tristezza che si prova verso un gesto privo di alcuna giustificazione e scusante. Diceva Jim Morrison, carismatico cantautore e poeta statunitense: ‘’Se vuoi uccidere un uomo, privalo del suo sogno più bello’’. Uccidendo il proprio figlio, i due ragazzi, non solo hanno tolto una esistenza tutta da scoprire e gustare all’inerme Tyler, ma lo hanno privato di tutti i sogni che avrebbe potuto avere, di tutti i sogni che avrebbe potuto inseguire e di tutto quello che avrebbe potuto immaginare, uccidendolo non una, bensì infinite volte, in un momento di delirio e foga assassina, ingiustamente e senza alcun motivo. L’ennesimo senza alcun motivo che lascia ognuno di noi con un terribile amaro in bocca, dal quale viene sempre più complesso liberarsi.