La problematicità del vivere insieme

”Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce”.

Lev Tolstoj

Stare insieme può sembrare un qualcosa di semplice,e di superfluo, eppure, ultimamente, è forse una delle tematiche più difficili da trattare. Si passa molto tempo con altre persone, amici, conoscenti o semplici figure di passaggio, si affrontano conversazioni,m dialoghi sulle più disparate argomentazioni ma non si comunica niente, nella maggior parte dei casi. Poca è la voglia di trasmettere, poca è soprattutto la voglia di ascoltare cosa chi abbiamo davanti ha intenzione di dire. Tempus fugit e quello che ci resta lo impieghiamo male, sprecandolo. Ciò che differenzia e distingue l’uomo dall’animale è la sua capacità del linguaggio: la capacità di formulare un discorso, la capacità di usare la parola per qualcosa di costruttivo e che possa portare a un miglioramento. Ma ciò non avviene e quello che ci si prospetta di fronte parla chiaro. Sempre più discussioni, sempre più futili litigi, le notizie di cronaca parlano di omicidi che sanno di assurdo, dove individui appartenenti ad una stessa famiglia si tramutano nei carnefici di chi ha il loro stesso sangue. Dovendo trovare una definizione per la situazione che ci troviamo ad analizzare utilizzerei ‘’società di Caini’’, dove persino chi dice di volerti un bene fraterno sarebbe disposto e macchiarsi delle peggio azioni per il proprio fine, per il proprio interesse. Questa è la società dell’interesse, delle apparenze, delle conversazioni di niente, profondamente insulse e vuote. Chi esprime un’opinione che differisce da quella che è la corrente dominante viene ritenuto strano, un anomalo, un problema. Viviamo in un insieme aggressivo, violento. Ognuno vuol far valere le sue teorie e per farlo sarebbe disposto a tutto. Si tende a sopraffare chi non la pensa come noi, diventando violenti e privi di alcun controllo. Isaac Asimov, influente scrittore e biochimico russo naturalizzato americano, sosteneva che la violenza fosse l’ultimo rifugio dell’incompetente. Niente di più veritiero e di attuale. Chi non sa, chi non conosce e non cerca di farlo non vuole sentire le ragioni degli altri. Non vuole ammettere di dover fare un passo indietro e riflettere su ciò che dice il proprio interlocutore. Pasolini sottolineava fosse importante educare i ragazzi alla sconfitta. Sosteneva fosse essenziale educare le giovani generazioni a saper perdere e a metabolizzare tutto ciò che ne consegue. Questo messaggio, ora, andrebbe memorizzato al meglio e assunto come monito. Probabilmente, se ci fosse più volontà nel comprendere chi ha una idea differente dalla nosrtra, se si imparasse ad ammettere che possono esserci persone più brave e capaci di noi in determinati settori, la violenza sarebbe nettamente minore, i gesti inconsulti sarebbero di sicuro meno e il dialogo, finalmente, rappresenterebbe il punto cardine del rapporto tra ogni singolo individuo. Spersi ascoltare, sapersi confrontare con pacatezza, imparare ad accettare le differenti sfumature di una corrente di pensiero rappresenterebbe una grandissima vittoria. Perché la vittoria è grande ma ancora di più lo è l’amicizia, come diceva Emil Zatopek, mezzofondista e maratoneta cecoslovacco di indubbio spessore. Diceva Martin Luther King: ‘’Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli’’. A distanza di anni da questa frase, l’arte di vivere insieme come fratelli non l’abbiamo ancora fatta nostra e tanti non reputano nemmeno sia importante stare a discuterne. Ma mai come ora sarebbe importante fare di tutto per apprenderla in modo tale da stare bene insieme. Bene e insieme. Cercando di andare oltre sciocchi egoismi e inutili divisioni.

Di Mattia Lasio

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